Pac-Man nasce da un'idea di Toru Iwatani e, in un certo senso, ha origini italiane, visto che la forma del personaggio si ispira a quella di una pizza senza uno spicchio. Il nome originale era Puck-Man, dalla paola giapponese "paku" che vuol dire "masticare" e i primi cabinati riportavano questo nome. Ma quando gli esportatori americani suggerirono che si poteva facilmente trasformare una P in una F fu preferito Pac-Man. Nella mente di Iwatani doveva essere il titolo che avrebbe finalmente portato le donne in sala giochi, trasformandole da malfamate stanza annebbiate dal fumo delle sigarette in colorati luoghi di divertimenti. E infatti Pac-Man all'inizio non fu assolutamente un successo, visto che puntava su un pubblico diverso rispetto a quello delle sale giochi  giapponesi: bambini e ragazze. Nello stesso periodo l'altro grande successo di Namco, Galaxian, macinava decisamente più monetine.

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IL GIOCO

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La pallina gialla più famosa del mondo ha una bocca che si apre e si chiude e corre in un labirinto divorando rumorosamente puntini e frutti per ottenere punti extra, cercando di evitare quattro astuti fantasmi chiamati Blinky, Pinky, Inky e Clyde. Il giocatore deve guidare una creatura sferica di colore giallo, chiamata Pac-Man, facendole mangiare tutti i numerosi puntini disseminati ordinatamente all'interno del labirinto e, nel far questo, deve evitare di farsi toccare da quattro "fantasmi", pena la perdita di una delle vite a disposizione. Per facilitare il compito al giocatore sono presenti, presso gli angoli dello schermo di gioco, quattro "pillole" speciali ("power pills") che rovesciano la situazione rendendo vulnerabili i fantasmi, che diventano blu e, per 10 secondi esatti, invertono la loro marcia; per guadagnare punti, è possibile in questa fase andare a caccia degli stessi fantasmi, per mangiarli. Una volta fagocitati, però, questi tornano alla base (il rettangolo al centro dello schermo) sotto forma di un paio di occhi, per rigenerarsi e attaccare di nuovo Pac-Man. Completato un labirinto ingerendo tutti i puntini, Pac-Man passa a quello successivo, identico nella struttura; le varie fasi sono intervallate da scenette umoristiche che vedono protagonisti Pac-Man e il fantasma Akabei (noto anche come Blinky).

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LA RICORRENZA 

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Oggi Pac-Man rappresenta una perfetta fusione di culture e influenze: un’idea nata da un giapponese guardando un prodotto italiano importato nel suo Paese da un'industria americana. Un simbolo ancora oggi celebrato in mille modi. Perfino in un film, Pixel, abbastanza dimenticabile, in cui compare però anche Iwatani. 

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TARGET:

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- Pubblico giovanissimo dai 7 ai 17 anni

- Pubblico dei giovani adulti dai 18 ai 24 anni

- Pubblico adulto dai 25 ai 60 anni

- Appassionati di videogames 

- Geek

- Nuovi gamer 

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OBBIETTIVO DELLA COMUNICAZIONE 

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Raccontare l’evoluzione di un videogame che ha fatto la storia e permettere anche alle nuove generazioni di approcciarsi al personaggio. Rappresentare, tramite la grafica, l’evoluzione (soprattutto dal punto di vista dello stile e della comunicazione) di Pac Man e del mondo che si è costruito intorno a lui, durante questi anni. 

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TONO DI VOCE

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● Allegro e divertente  

● Giovanile

● Stravagante ed esplosivo

● Nostalgico

● Internazionale 

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VALORI DA COMUNICARE

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​Divertimento sicuro; Vecchi modi di divertirsi; Passione per il mondo videoludico e per il mondo della grafica legata al tema del videogame.